Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo all’accordo, raggiunto provvisoriamente con il Consiglio a ottobre 2022, in merito allo stop alle nuove immatricolazioni di auto inquinanti a partire dal 2035. Si intende, quindi, tutti i veicoli con motore termico, alimentato a benzina o a diesel. La norma in Assemblea plenaria ha ricevuto 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti. E per il vice premier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, si tratta di «una scelta folle».
IL CONTENTINO DELLA MINIDEROGA
Il provvedimento rientra nel pacchetto europeo «Fit for 55», una serie di riforme per ridurre l’imbatto ambientale dei settori economici strategici, e intende stabilire il percorso verso l’azzeramento totale di emissioni di CO2 dell’automotive. Il principale scopo consiste nel ridurre del 100% le emissioni di questi veicoli a confronto con il 2021, fissando un obiettivo intermedio al 2030 con una riduzione del 55% per le auto e del 50% per i furgoni. Entro il 2025 la Commissione europea presenterà un metodo attraverso cui le istituzioni saranno in grado di calcolare e comunicare i dati sulle emissioni rilasciate durante il ciclo di vita di una macchina o di un furgone in vendita sul mercato. Sarà sempre compito della Commissione, ma entro dicembre 2026, monitorare il divario tra i limiti fissati dalla normativa e i valori reali sul consumo di carburante ed energia di ogni Stato membro. Inoltre, presenterà un’ulteriore metodologia rivolta ai costruttori con le regole per l’adeguamento.
Ai produttori è prevista un’esenzione totale di meno di mille veicoli in un anno. Per coloro che hanno un valore produttivo limitato (tra mille e 10 mila auto o tra mille e 22 mila furgoni all’anno) è prevista una deroga fino alla fine del 2035. Una specifica che riguarda, in particolare, le case automobilistiche che producono auto di lusso, come Ferrari e Lamborghini. Ogni due anni la Commissione europea pubblicherà una relazione per evidenziare i progressi compiuti nell’ambito della mobilità a zero emissioni. La prima è già fissata al 2025. «Tutti questi obiettivi offriranno chiarezza per l’industria automobilistica e stimoleranno l’innovazione e gli investimenti dei costruttori — ha dichiarato Jan Huitema, relatore all’Eurocamera — Acquistare e guidare autovetture e emissioni zero diventerà meno oneroso per i consumatori e porterà a un rapido sviluppo del mercato di seconda mano. Guidare in modo sostenibile diventerà accessibile a tutti».
Netta la posizione delle categorie dell'autoriparazione «Decisione sconcertante, priva di una strategia, dannosa per il sistema Paese, a danno delle eccellenze italiane, contro le pmi e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi.
Ideologia, ignoranza o malafede? Qua o c’è qualcuno da Pechino che spinge qualcun altro a fare scelte suicide oppure c’è qualcuno che non capisce».«Ci domandiamo - ha affermato il segretario regionale di Casartigiani Andrea Prando - come gli europarlamentari italiani del Pd, dei 5S e di Renzi abbiano fatto a votare qualcosa che danneggia pesantemente l'Italia e le sue aziende, e avvantaggia solo la Cina che è la più grande produttrice mondiale di batterie di auto elettriche».