15/02/2023
LA RIVOLUZIONE DELL'AUTO
LA RIVOLUZIONE DELL'AUTO

Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo all’accordo, raggiunto provvisoriamente con il Consiglio a ottobre 2022, in merito allo stop alle nuove immatricolazioni di auto inquinanti a partire dal 2035. Si intende, quindi, tutti i veicoli con motore termico, alimentato a benzina o a diesel. La norma in Assemblea plenaria ha ricevuto 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti. E per il vice premier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, si tratta di «una scelta folle».

 

IL CONTENTINO DELLA MINIDEROGA

Il provvedimento rientra nel pacchetto europeo «Fit for 55», una serie di riforme per ridurre l’imbatto ambientale dei settori economici strategici, e intende stabilire il percorso verso l’azzeramento totale di emissioni di CO2 dell’automotive. Il principale scopo consiste nel ridurre del 100% le emissioni di questi veicoli a confronto con il 2021, fissando un obiettivo intermedio al 2030 con una riduzione del 55% per le auto e del 50% per i furgoni. Entro il 2025 la Commissione europea presenterà un metodo attraverso cui le istituzioni saranno in grado di calcolare e comunicare i dati sulle emissioni rilasciate durante il ciclo di vita di una macchina o di un furgone in vendita sul mercato. Sarà sempre compito della Commissione, ma entro dicembre 2026, monitorare il divario tra i limiti fissati dalla normativa e i valori reali sul consumo di carburante ed energia di ogni Stato membro. Inoltre, presenterà un’ulteriore metodologia rivolta ai costruttori con le regole per l’adeguamento.

 

IL CONTENTINO DELLA MINIDEROGA

Ai produttori è prevista un’esenzione totale di meno di mille veicoli in un anno. Per coloro che hanno un valore produttivo limitato (tra mille e 10 mila auto o tra mille e 22 mila furgoni all’anno) è prevista una deroga fino alla fine del 2035. Una specifica che riguarda, in particolare, le case automobilistiche che producono auto di lusso, come Ferrari e Lamborghini. Ogni due anni la Commissione europea pubblicherà una relazione per evidenziare i progressi compiuti nell’ambito della mobilità a zero emissioni. La prima è già fissata al 2025. «Tutti questi obiettivi offriranno chiarezza per l’industria automobilistica e stimoleranno l’innovazione e gli investimenti dei costruttori — ha dichiarato Jan Huitema, relatore all’Eurocamera — Acquistare e guidare autovetture e emissioni zero diventerà meno oneroso per i consumatori e porterà a un rapido sviluppo del mercato di seconda mano. Guidare in modo sostenibile diventerà accessibile a tutti».

 

REGOLE VALIDE SOLO PER LE NUOVE AUTO MA E' CHIARO CHE VERRA SCONVOLTO IL MERCATO CON L'INCOGNITA DEL VALORE DELL'USATO

Il provvedimento, che formalmente dovrà essere votato dal Consiglio Ue prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, riguarda la produzione dei nuovi veicoli e non quelli già in circolazione o la vendita dell’usato. Per fare in modo che l’Europa passi a mezzi meno o per niente inquinanti, è previsto un meccanismo di incentivi all’acquisto di auto elettriche o ibride, così da rispondere alle nuove esigenze di una mobilità pulita. Quello attuale, il cosiddetto fattore Zlev, prevede obiettivi che sarasnno ridotti gradualmente per quei costruttori che vendono un maggior numero di veicoli con emissioni da zero a 50g CO2/km (cioè elettrici e ibridi efficienti) fino all’eliminazione definitiva nel 2030. Dal 2025 al 2029, infatti, il fattore di riferimento è fissato al 25% per le vendite di nuove autovetture e al 17% per i nuovi furgoni.

 

LA MOBILITA' SOSTENIBILE CHE PER ORA NON C'E'

«Siamo convinti oggi più che mai che sia necessaria una seria riflessione in Europa per rendere compatibili gli obiettivi green del 2035, che tutti noi condividiamo — ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso —, con la effettiva possibilità del nostro sistema industriale di convertire la produzione nelle tappe prefissate. Ne abbiamo parlato anche oggi nel tavolo Stellantis, con l’azienda e i sindacati con l'obbiettivo di una sosenbilità che garantisca l'occupazione». In merito alla proposta votata oggi dal Parlamento, che il ministro ricorda essere stata decisa già ad ottobre scorso, «sarà nostro impegno tutelare nelle sedi competenti, a Bruxelles e con i partner europei, gli interessi della filiera automotive e quindi della occupazione nel nostro Paese. Ne abbiamo discusso già a Bruxelles nei primi incontri in gennaio e sarà oggetto del mio incontro a Berlino con il ministro Habeck e successivamente con Le Maire a Roma. In questo campo, fermi i principi di tutela ambientale, è necessario agire senza pregiudizi ideologici e con il massimo senza di responsabilità».

 

PERCHE' DICIAMO NO

Netta la posizione delle categorie dell'autoriparazione  «Decisione sconcertante, priva di una strategia, dannosa per il sistema Paese, a danno delle eccellenze italiane, contro le pmi e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi.

Ideologia, ignoranza o malafede? Qua o c’è qualcuno da Pechino che spinge qualcun altro a fare scelte suicide oppure c’è qualcuno che non capisce».«Ci domandiamo - ha affermato il segretario regionale di Casartigiani Andrea Prando - come gli europarlamentari italiani del Pd, dei 5S e di Renzi abbiano fatto a votare qualcosa che danneggia pesantemente l'Italia e le sue aziende, e avvantaggia solo la Cina che è la più grande produttrice mondiale di batterie di auto elettriche».