12/10/2022
CENTRI REVISIONE A RISCHIO CHIUSURA
CENTRI REVISIONE A RISCHIO CHIUSURA
I centri di revisione sono a rischio chiusura se mancano gli ispettori. È questo l’allarme che lancia Casartigiani Verona facendosi portavoce della categoria che da tempo vive in una situazione di forte disagio.
 
“Occorre tutelare urgentemente le imprese del settore, gli investimenti fatti e i posti di lavoro – dice Luca Luppi Presidente di Casartigiani Verona -. In questo momento non possiamo permetterci di bloccare il lavoro di interi settori economici che a cascata permettono di funzionare a tanti altri”.
 
Quella dell’ispettore è una figura fondamentale per i centri di revisione e la sua assenza per un eventuale licenziamento o per malattia ne blocca l’attività. Inoltre sostituire queste figure non è semplice, vi sono infatti difficoltà a reperire personale in possesso sia dei titoli di studio idonei, che della prevista esperienza triennale maturata nel settore della manutenzione autoveicolare.
 
Il periodo per formare un ispettore delle revisioni è di circa sette mesi (modulo A e modulo B), per un totale di 296 ore fra teoria e pratica. Se consideriamo poi che gli esami della Motorizzazione sono rimasti bloccati a lungo e le sessioni annuali sono scarse, oltre al fatto  che in alcune realtà meno del 10% degli ammessi agli esami è riuscito a qualificarsi, comprendiamo la complessità della situazione. Quindi i centri di revisione ex art. 80 C.d.S. sono a rischio chiusura e con essi i posti di lavoro degli altri dipendenti”, spiega Moreno Sanna, referente della categoria per Casartigiani Verona.
 
“Ricordiamo che questi centri offrono un servizio alla comunità, la revisione è infatti indispensabile per la sicurezza dei veicoli e quindi per la sicurezza stradale – spiega Luppi -. Quello che chiediamo è che i nostri centri di revisione possano continuare a lavorare, trovando modi più rapidi di formare gli ispettori per evitare il rischio di rimanere scoperti”.
 
"Per sopperire alla mancanza dell'unico responsabile tecnico il centro dovrebbe dotarsi di una seconda figura – spiega Sanna -, ma le sessioni d'esame sono veramente poche, 1 o 2 all'anno, e con un tasso di bocciatura molto alto. I candidati inoltre sono pochi e così pure i corsi di formazione e poi non basta frequentare il corso previsto, ma il candidato deve anche lavorare per un periodo in affiancamento ad un responsabile tecnico già operante per acquisire esperienza sul campo – conclude Sanna -. Insomma una procedura troppo complessa che costringe ad una situazione di stallo dalla quale è difficile uscire”.