Il tavolo tecnico zonale antismog, convocato la scorsa settimana dalla Provincia, ha confermato ciò che la Regione aveva già annunciato. Dal primo ottobre, le misure invernali antismog prevedranno anche il blocco giornaliero dei diesel Euro 3 e, nei giorni di allerta arancione e rossa, anche Euro 4. Complessivamente, solo a Verona, gli Euro 3 diesel sono circa 10 mila e 500 mezzi. Quest’anno non saranno previste deroghe. Un provvedimento destinato a creare disagi soprattutto ai veicoli commerciali e a chi lavora secondo Casartigiani Verona che attraverso il presidente Luca Luppi esprime i propri dubbi sull’effettiva efficacia del provvedimento
“La situazione del traffico a Verona, con la riapertura delle scuole e l'arrivo dell'inverno, riproporrà gli stessi problemi di sempre. – afferma Luppi - Dagli anni 90 assistiamo a palliativi che vanno dalle targhe alterne al blocco del traffico in date calendarizzate: è ovvio che le amministrazioni, imitandosi a vicenda, cerchino soluzioni che però si rivelano di scarsa efficacia e in fin dei conti si finisce sempre per sperare nella clemenza del meteo per ridurre gli inquinanti nell'aria. Non si discute il fatto che i livelli di PM10 debbano essere tenuti sotto controllo il più possibile e abbassati, ma va ricordato che i valori attuali non sono imputabili esclusivamente ai motori diesel più vetusti. Pare anzi che anche le stufe a pallet diano il loro contributo. Senza entrare nel merito della nocività del PM10 (inferiore peraltro a nano particelle di altro tipo emesse anche dai motori a benzina) credo che se non si inizierà a ragionare a livello nazionale con un’adeguata politica di rinnovamento del parco mezzi circolante, uno dei più datati d'Europa, questi provvedimenti saranno di scarsa efficacia ed inutile applicazione. L'economia nazionale sta lentamente riprendendosi – prosegue il presidente di Casartigiani provinciale – ma non abbastanza velocemente da reggere il ritmo delle normative europee in tema ecologico, che rischiano di diventare penalizzanti per le piccole e micro imprese, le quali sono in difficoltà nel rinnovare le flotte. Mi riferisco ai padroncini e ai corrieri che svolgono attività di consegna merci nei centri città, dove l'inquinamento è più elevato. Bisognerebbe forse partire da queste attività, con incentivi e finanziamenti agevolati, per rendere attuabile il rinnovo del parco mezzi circolante. La tutela della salute infatti, certamente prioritaria, non è disgiunta dalla tutela del lavoro e quindi dall'operatività dei mezzi commerciali. I diesel sono da sempre un ottimo capro espiatorio, spesso per ragioni dettate da ragioni diverse dalla tutela della salute pubblica. I nuovi diesel con i moderni FAP – conclude Luppi - sono meno inquinanti dei motori a benzina, quindi la strada da percorrere è questa, ma per rinnovare i mezzi bisogna che ci sia la possibilità di farlo a costi sostenibili per la piccola e media impresa. Diversamente, anno dopo anno, ci ritroveremo con gli stessi problemi e con gli stessi finti rimedi”.